La nostra Cattedrale, restaurata e splendente, accoglie i fedeli del vicariato di Correggio che vi salgono in pellegrinaggio, per rinnovare la professione di fede nelle mani del Vescovo. Il Vescovo, successore degli Apostoli nella terra di Reggio Emilia ci ha convocati, andiamo perché ci confermi nella fede e ci indichi la via da seguire.

Saliamo alla Chiesa che ci ha spiritualmente generati, chiesa madre delle parrocchie e madre delle comunità. Sulla materna fecondità della Cattedrale restano indimenticabili le parole dette da Giovanni Paolo II°, nella sua visita a Reggio, il 6 giugno 1988.

"La Cattedrale è sempre un luogo di sintesi, un centro. Questo centro si chiama anche madre: madre delle chiese, madre delle parrocchie, madre delle comunità. Allora, è molto bello che oggi in questa Cattedrale ci siamo incontrati (…).
Così cerchiamo di onorare la Cattedrale, la chiesa del vostro carissimo Vescovo, che deve essere una sintesi della vita umana in Cristo, della vita cristiana.
(…) E auguro a questa chiesa, centro e madre di tutte le chiese della vostra diocesi di Reggio Emilia, di essere sempre più madre e maestra, di essere una madre feconda, feconda nel senso proprio della sua maternità, che è una maternità spirituale; di essere feconda spiritualmente, generando i figli e le figlie alla vita nuova, alla vita soprannaturale, alla vita in Cristo Gesù (…).

Il pellegrinaggio giubilare è una pubblica e gioiosa festa della fede. "Quale gioia, quando mi dissero: andremo alla casa del Signore!" È la gioia che sgorga dal rinnovamento della nostra fede, il quale diventa ringiovanimento della nostra personalità, che non teniamo nascosto nel privato ma che manifestiamo pubblicamente, come popolo in festa. E la città ode il popolo celebrare la lode del Signore.

Il rinnovamento è frutto di una sincera conversione e della preghiera: il Giubileo della Cattedrale porta con sé l'indulgenza plenaria, a patto che vi sia il pentimento dei nostri peccati, e la volontà di purificare il cuore, di ricominciare. Ecco perché si dà molto rilievo all'iniziazione cristiana, alla cammino dei ragazzi verso il sacramento della Cresima, il sacramento dell'apostolato; affinché tutti possiamo ribadire la fedeltà a questo carattere impresso nell'anima, che ci fa apostoli e missionari di Cristo.

Il pellegrinaggio giunge quindi ad essere memoria; la vita cristiana è pellegrinaggio sulla terra verso la patria celeste. Si tratta di un atto, intimo e solenne, di memoria della comunione dei santi: quelli che abbiamo conosciuto e che ci hanno edificato nella dottrina e nella vita, col loro amore, col loro sacrificio, col loro buon esempio; ed i santi e i martiri che ci hanno preceduto nella storia della Chiesa reggiana, custodendo e trasmettendo il deposito della fede in questa terra, nei secoli.

C'è un luogo restaurato, che è la Cripta della Cattedrale, in cui questa comunione è vivissima: il luogo, silenzioso e suggestivo, ricorda i Vescovi che hanno guidato la Chiesa reggiana, e conserva le spoglie dei santi protettori della Diocesi, Crisanto e Daria, due giovani sposi e martiri.

"Deponevano i loro beni ai piedi degli apostoli"
Il cammino giubilare infine ci porta a compiere un atto di carità; come nei primi tempi della Chiesa, non si va dagli Apostoli a mani vuote: il rinnovamento interiore comporta uno spoglio dei beni, beni che sono offerti al Vescovo che presiede alla carità ed a ridistribuire secondo le necessità.

Anche questo è un atto pubblico di obbedienza al successore degli Apostoli, che ci mette in comunione con Pietro e la Chiesa universale. E gesto di carità è pregare per gli ammalati, gli anziani ed i bisognosi, che portiamo con noi perché anche su di essi si stenda la grazia vivificante del Signore.

Dal pellegrinaggio giubilare si ritornerà più ricchi di grazia e con una nuova risolutezza a professare la fede ed a compiere il bene (Benedetto XVI, 21 gennaio 2011).

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