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» Accoglienza sul sagrato

» Ritono al Battesimo

» In dialogo con il Vescovo

» Consegna dell'olio per le lampade

» Benedizione finale

Accoglienza sul sagrato

La pace sia con tutti voi

Vedo qui riunita tanta gente dal Vicariato di Correggio,
dalle sue 19 parrocchie, in pellegrinaggio alla Cattedrale,
come… tante "figlie" a fare visita alla "madre"!
Ringrazio Don Fernando per le sue parole di saluto…
Benvenuti!

Siete venuti qui insieme, non alla spicciolata come al mercato
partendo dalla nostra Basilica della Madonna della Ghiara
camminando per le strade, cantando, pregando,
con aria di festa, non da funerale, né per manifestare, ma per testimoniare.

Siete qui davanti alla nostra bella Cattedrale
sotto lo sguardo della Madonna dorata
che, dall'alto della torre campanaria, tutti ci saluta e ci accoglie come Madre.

Vi accolgono anche le immagini dei santi e sante
che hanno segnato la storia della nostra Chiesa,
S. Crisanto e S. Daria due giovani laici,
S. Venerio e S. Gioconda, due consacrati,
a ricordarci che ora tocca a noi fare un passo in avanti nella santità.

Vedete sopra la porta della Cattedrale la grande immagine di Gesù Maestro
che con una mano ci benedice
e con l'altra ci apre il libro della Parola di Dio.

Un giorno Gesù ha detto alla sua Chiesa:
"Ecco, io sto alla porta e busso" (Apocalisse 3,20).
Gesù vuole entrare nella nostra casa,
la Cattedrale che abbiamo rinnovata più bella.

Sì, Gesù bussa, non butta giù la porta,
ma aspetta che gli si apra dal di dentro.
E se gli apriamo, Gesù entra nella nostra vita.
Lui è la Porta e la Meta di questo nostro pellegrinaggio…

Il Vescovo si volge verso la porta principale, bussa 3 volte con il martello
e aspetta che uno apra dal di dentro della Cattedrale

Preceduto dal Diacono con il Vangelo innalzato,
il Vescovo entra con i ministri e ministranti,
seguito dalla diverse comunità parrocchiali

Ritorno al battesimo

Terminata la proclamazione della Parola di Dio, il Vescovo così introduce il Dialogo successivo

Siamo entrati in Cattedrale, la madre di tutte le Chiese.
Qual è la prima cosa che uno fa, quando entra in Chiesa?
Vedere… Sedersi… Ascoltare…
Anzitutto, io vedo qui davanti a me tanti volti,
che ho già visto negli anni scorsi alla visita pastorale.

Non ricordo tutti i vostri nomi, ma riconosco i vostri volti:
i volti ora diventati grandi dei bambini della scuola materna,
che ricordo curiosi del vestito del Vescovo...
i volti dei nonni e delle nonne, attenti al Vescovo loro coetaneo;
i volti dei parroci, predi e diaconi, con le loro attese;
i volti di tanti genitori e famiglie, con le loro domande
e oggi i volti di voi ragazzi
con i progetti di Iniziazione cristiana lì sui gradini in bella fila

Anch'io ho portato il mio progetto di Iniziazione cristiana…
(il vescovo estrae il suo certificato di Battesimo e lo mostra a tutti… Nome, cognome, data di nascita e di Battesimo, nomi dei genitori, padrino e madrina, firma del parroco…)

C'è, nel mio caso, una annotazione non secondaria…
dopo 23 anni dal mio Battesimo, il mio parroco ha aggiunto sul registro:
ordinato prete il 28 giugno 1959… e dopo ancora diversi anni,
ha scritto: ordinato vescovo a Milano il 12 settembre 1998.
Che cosa vuol dire?

Vuol dire che quello che uno diventa dopo il Battesimo
— prete, vescovo, diacono, consacrato, missionario…
padre, madre, professore, medico — tutto ha inizio da lì, dal Battesimo.
È il battesimo che ci fa figli di Dio, ci genera alla vita della Chiesa,
ci fa vivere la fede in famiglia, nella comunità e nel mondo.

Sì! Cristiani non si nasce, ma si diventa. Come?
Non è questione di certificati, ma di volti, di persone, di vocazioni.
Voglio allora sentire le domande al Vescovo
sui progetti di Iniziazione cristiana
che ogni parrocchia sta avviando e sperimentando.



In dialogo con il Vescovo

Dei ragazzi, una coppia di genitori, un educatore pongono al Vescovo le domande…

Domanda proposta al Vescovo da una ragazza e da un ragazzo della parrocchia di Madonna di Fatima:

"Noi ragazzi ci stiamo preparando a ricevere il sacramento della Cresima.
Sappiamo che i doni dello Spirito Santo rendono la fede più forte di coloro che ricevono questo sacramento.
Come mai allora parecchi dei ragazzi cresimati, subito dopo fuggono e non si vedono più nelle loro parrocchie? Secondo lei, come si spiega questo fatto? La responsabilità di chi è? dei genitori, della catechesi insufficiente o non buona, oppure dei ragazzi stessi?"

Risposta ai ragazzi e alle ragazze (non solo di Madonna di Fatima, ma di tutte le parrocchie):

Vi state preparando a ricevere la Cresima,
e mi chiedete: come mai, dopo la Cresima,
tanti cresimati non si vedono più nelle vostre parrocchie…?
Come si spiega? Lo spiego con un paragone
che ho sentito una volta da Enzo Bianchi, priore di Bose.

Succede ai ragazzi della Cresima quello che succede nella caccia alla volpe.
I cani che non hanno visto la volpe, ma solo hanno sentito gli altri abbaiare,
si mettono a correre per cercarla, ma poi si stancano e se ne tornano indietro…
quelli invece che hanno visto la volpe, e se ne sono "innamorati",
continuano a cercarla, senza stancarsi, finché la trovano…
Il problema allora è vedere la volpe… cioè Gesù,
che dice ai suoi discepoli: "Venite e vedrete" (Giovanni 1,39).

Allora, cari cresimandi, tocca a voi vedere Gesù, innamorarvi di Lui,
continuare a cercarlo, non da soli, ma insieme… al vostro gruppo.
Alla vostra età, la certezza di essere sulla strada buona
è il sentirsi parte di un gruppo che cresce con Gesù.
Nel gruppo un ragazzo matura la sua identità, cresce in autostima,
diventa capace di affrontare le difficoltà.

So che nelle parrocchie del vostro Vicariato è presente l'ACR.
So che, qualche domenica fa, avete animato
la Festa della pace al Palahochey qui a Reggio.
Mi è piaciuto lo slogan: La pace ha tutti i numeri.

Mi viene da dire: anche l'ACR e poi l'AC Giovani hanno tutti i numeri!...
Anche le vostre parrocchie hanno tutti i numeri
per farvi fare delle belle esperienze di gruppo.
Coraggio!

Domanda proposta al Vescovo da una coppia di genitori dell'Unità pastorale di San Martino, Prato, Gazzata, Lemizzone, Trignano, Stiolo:

"Abbiamo provato a trasmettere la fede ai nostri figli come abbiamo promesso nel giorno del loro Battesimo. Ma il quotidiano è difficile, vorremmo che i nostri figli avessero un'educazione cristiana, ma ci sentiamo in difficoltà... Come possiamo essere aiutati? Ha qualche esperienza da proporci?"

Risposta ai genitori e alle famiglie (non solo dell'Unità Pastorale di S. Martino in Rio, ma a tutte):

Ringrazio i genitori presenti qui.
Sì, prima che alunni da mandare al catechismo,
i ragazzi restano vostri figli da accompagnare nei loro cammini di fede.
Solo così i vostri figli potranno diventare grandi,
vedendo voi vivere da grandi la fede,
impegnandovi voi stessi a far loro incontrare Gesù.

Direte che tutto questo non è facile. E lo credo… Gli influssi dei coetanei,
i condizionamenti della TV e internet, il confronto con altri stili di vita familiare,
non favoriscono il compito educativo della famiglia, spesso lasciata sola.
Eppure non mancano nelle parrocchie buoni esempi, buone pratiche.

Affidare ai genitori una parte del cammino di Iniziazione cristiana fatta in casa:
non compiti a casa, né lezioni di catechismo, ma momenti di preghiera insieme,
costruzione del presepe insieme a Natale;
racconto del Battesimo, con le foto di quel giorno, ai figli che si preparano alla Prima Comunione; condivisione di pagine di Vangelo con i più grandi…

Avviare incontri periodici dei genitori tra di loro in parrocchia,
in contemporanea con quelli dei figli… in parrocchia si sta insieme come in casa.
C'è chi preferisce il sabato sera con la Messa, la cena e la festa;
e chi invece preferisce alcune "domeniche insieme" con la Messa, il pranzo…
e il pomeriggio animato dalle stesse coppie di genitori a turno…

Cari genitori,
è importante che riusciate a creare una solidarietà educativa
tra genitori che condividono i Progetti di Iniziazione cristiana
in parrocchia, in oratorio, con incontri di amicizia.
Come diventano amici tra loro i figli,
non potrebbero diventare amici tra loro i genitori
che condividono la stessa passione educativa?

Domanda proposta al Vescovo da un educatore di Rio Saliceto:

"Sono un educatore del post-Cresima e ci dispiace costatare spesso il fuggi-fuggi dopo la celebrazione del Sacramento. Come posso cambiare il mio essere educatore? Quali itinerari alla fede, di accompagnamento del dopo Cresima sono già stati sperimentati con risultati positivi?"

Risposta alle catechiste, agli educatori... (non solo di Rio Saliceto…)

La vostra è la stessa domanda che mi hanno posto i cresimandi
Vedo che, nella domanda, cresimandi ed educatori vanno d'accordo…
Vediamo di farvi andare d'accordo anche nella risposta!

Al cuore del cammino di Iniziazione non è la Cresima, ma l'Eucaristia!
Voglio dire: al centro della vita cristiana ed ecclesiale,
ci sta l'Eucaristia domenicale: senza l'Eucaristia domenicale
non possiamo vivere, dicevano i primi cristiani.
Sì, prima dei catechismi, vengono i catechisti,
anzi prima ancora la comunità che celebra.

Ecco allora le mie risposte a: "come posso cambiare il mio essere educatore?"

Vi chiedo, per prima cosa, di prendere parte alla vita della comunità, a incominciare dalla partecipazione attiva alla Messa domenicale, vicini ai ragazzi.

Vi chiedo di farvi attenti ai cammini personali di ciascun ragazzo, pregando per loro (con nome, foto… nel vostro libro di preghiera o nella vostra Bibbia).

Vi chiedo di non avere paura a chiedere ai vostri ragazzi fedeltà agli impegni, sostenuti dai vostri parroci, e di non caricarvi troppo di impegni…

Quali itinerari di fede e proposte di accompagnamento alla cresima
già sperimentate con risultati positivi?

Tra i vostri progetti ne ho trovato uno interessante.
Si tratta della proposta di itinerari di fede e di accompagnamento
non per classi di età (in cui tutti, a 12 anni, si viene ammessi),
ma per gruppi di fedeltà – partecipazione – crescita personale alle proposte… rompendo un certo automatismo!

L'intento è quello di presentare un Cristianesimo non solo comprensibile,
ma anche desiderabile, appetibile, da vivere.

Dirò alla Commissione per l'Iniziazione cristiana di seguire da vicino questo progetto… d'intesa con i parroci!

Consegna dell'olio per le lampade

Il diacono ci ha introdotti alla consegna dell'olio che tra poco il Vescovo farà al parroco e al rappresentante di ogni parrocchia. Perché questo gesto?

L'olio è il combustile necessario per tenere accesa la lampada che ho consegnato nella visita pastorale ad ogni parrocchia, e che ho invitato a tenere accesa ogni domenica nella Messa principale della comunità.

È lì nell'Eucaristia domenicale partecipata dai ragazzi, giovani, famiglie, educatori che i progetti di Iniziazione cristiana che mi avete oggi consegnato non sono pezzi di carta da bruciare al vento, ma olio prezioso che continuerà ad alimentare la lampada della fede da trasmettere alle nuove generazioni. Come?

Mi rivolgo qui ai parroci

Mi avete consegnato i progetti di Iniziazione cristiana che avete avviato insieme ai vostri collaboratori: catechisti, educatori, Consiglio pastorale, associazioni…
Anche se solo avviati, sono preziosi ai fini di una verifica del cammino da fare.
Sì, alcuni progetti sono ancora al condizionale… "Bisognerebbe… si potrebbe… si dovrebbe…", ma c'è chi ha incominciato a passare all'imperativo: "Stiamo avviando… abbiamo sperimentato… dobbiamo migliorare…".
Dopo 7 anni — da quando abbiamo incominciato questo cammino — non intendiamo voltare pagina, ma verificare se le proposte stanno diventando patrimonio comune.

Comprendo — cari parroci — che il compito dei pastori non è facile, quando i risultati non corrispondono alle attese. Ma questa è la via che educa la comunità a maturare una coscienza missionaria.
Bisognerà lavorare più insieme come singola parrocchia con le parrocchie vicine.
Il confronto in zona pastorale o a livello vicariale tra catechisti, educatori, genitori stimola, contagia positivamente, non crea fughe dalla propria parrocchia, ma la arricchisce.

Benedizione finale

Finito questo pellegrinaggio, si ritorna tutti a casa, in famiglia, in parrocchia, ciascuno alla propria vita quotidiana.

Se autentico è stato il nostro pellegrinaggio, esso avrà come sgranchito le gambe per il cammino che ci attende.

Vi accompagno con un'ultima consegna: questa piccola lettera intitolata Ritorno al Battesimo. Qui troverete i primi passi da fare per verificare se ciascuno di voi — ragazzi, genitori, educatori, parroci — è sulla strada buona per attuare i progetti che mi avete consegnato.

+ Adriano VESCOVO

Reggio Emilia, 13 febbraio 2011

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